La chiesa fu consacrata il 4 ottobre del 1692 dall’arcivescovo di Benevento V.M. Orsini e fu ricostruita nel 1893.
L’edificio di culto presenta tutti gli elementi caratteristici dell’architettura di fine ‘800, la linearità della struttura, la sobrietà dei fregi, la funzionalità delle parti. Del retaggio barocco si trovano testimonianze all’interno con marmi policromi ed effetti scenografici affidati alla distribuzione delle nicchie lungo la navata.
L’intera struttura occupa una posizione elevata rispetto al piano della piazzetta sulla quale affaccia, il portale d’ingresso si raccorda al suolo mediante una serie di sette scalini tutti di pietra calcarea locale, la stessa impiegata per l’esecuzione del portale presente sulla facciata principale.
All’interno della Chiesa, a navata unica, sono collocati sulle pareti quattro dipinti di Domenico Celentano, prodotti agli inizi XVIII secolo, periodo particolarmente felice per la storia dell’arte del piccolo centro che registra anche la realizzazione delle tempere nella maggior parte degli ambienti del palazzo Filangieri. Il che lascia presupporre un fenomeno di scambi tra gli artisti che operavano sul posto, vista anche una certa unità di tendenza nella rappresentazione iconografica. Dato che la famiglia baronale dei Filangieri veniva da Napoli e con la capitale del regno manteneva una stretta relazione, non è difficile supporre che artisti e maestranze venissero reclutati nella Napoli del ‘700, cosa che consente ad una comunità di periferia di fregiarsi di opere e di presenze di artisti che nobilitavano le aspirazioni culturali di una società raffinata.
Tutte le tele presentano data e firma dell’artista che le ha eseguite, il che consente una collocazione storica ben precisa in quegli inizi del XVIII secolo, così ricco di affermazioni artistiche e di aspirazioni culturali.
Tratto da Gocce d'arte e di storia di Claudia Areniello
pubblicato da Fondazione Ottavio Clemente