Per chi arriva a Lapio attraverso la provinciale, che collega il piccolo centro al capoluogo di provincia, la Chiesa del Carmine è il primo edificio di culto che cattura la sua attenzione per la presenza di due elementi tipici, caratterizzanti il complesso monumentale: il Santo Sepolcro e la cupola moresca del campanile che lo affianca.Ma più ancora c’è qualcosa che la rende unica nel suo genere: la Chiesa del Carmine è il solo edificio di culto che non sorga su uno stilobate; il piano di calpestio, infatti, è soprelevato solo di pochi centimetri rispetto al suolo che lo circonda, cosa che, in una certa misura, conferisce al tutto un tocco di umiltà e di accoglienza che fanno la differenza. La spiegazione di un simile conformazione potrebbe essere ritrovata nella ricostruzione storica che ne ha fatto il prof Fiorenzo Iannino, che in proposito scrive:
"Nella zona rurale San Martino/Croce di Lapio, fino alla fine del Seicento è esistita una piccola chiesa di cui si hanno scarse notizie: nelle sue pertinenze, nella seconda metà del secolo successivo, vengono edificati dapprima il “nuovo” cimitero del paese ed, infine, l'annessa chiesa delle Anime del Purgatorio, sede della omonima confraternita.Correva l’anno 1758, quando Il Sindaco e gli eletti dell'Università – è ancora il prof Iannino che parla - decidono di formare ed edificare un Cimitero , per non far più mangiare l'ossa de defunti da cani, per non trovarsi in luogo malconcio e scoverto.Nel 1781, infine, il culto dei morti trova la sua definitiva organizzazione: nasce allora, come é risaputo, la terza confraternita del paese, intitolata alle anime del Purgatorio e alla Madonna del Carmelo, loro protettrice. Essa è ispirata dall'Università, che le concede di insediarsi nel cimitero e la incentiva nella costruzione della propria chiesa".
La Chiesa del Carmine, quindi, è l’erede legittima di un complesso monumentale, adibito a cimitero, di qui, a nostro giudizio, la scelta architettonica di lasciare l’interno dell’edificio di culto a livello della terra circostante, quella terra che avrebbe accolto i resti mortali di chi si era trovato a vivere nel piccolo centro.L’ipogeo, oggetto di un recente restauro, è l’ulteriore conferma di tale destinazione d’uso.L’intero complesso architettonico, pertanto, si sviluppa su due livelli: il pianterreno e l’ipogeo al quale si accede attraverso una scala di pietra, collocata sul retro dell’edificio, in corrispondenza dell’abside.
Tratto da Gocce d'arte e di storia di Claudia Areniello
pubblicato da Fondazione Ottavio Clemente
Per visitare la chiesa contattare
Franco 339 5759682
Gaetano 338 2573843